sabato 1 agosto 2009

Odori sgradevoli e fumi tossici.

di Gianleonardo Corda


I giorni scorsi i cittadini di Capoterra, forse distratti dal disagio e dalle polemiche sugli odori sgradevoli dell'impianto di compostaggio, non si sono accorti di un'altro grave pericolo incombente sulle loro teste, dopo il fumo proveniente dalla Syndial di Macchiareddu. Stavolta sono stati gli impianti della Saras che regalavano alla popolazione dei fumi densi e consistenti. A causa dello scirocco, si estendevano da Sarroch passando per Capoterra fino a mezzo campidano.
Non si vuole in questa sede sollevare una disquisizione tecnico-sanitaria sulla composizione o tossicità di queste emissioni, ne aprire una polemica sulle opinioni contrastanti relative al film OIL, recentemente proiettato a Poggio dei Pini, quanto segnalare che pare alquanto inverosimile sostenere la tesi della raffineria che, pur impegnando risorse economiche ingenti unite a tecnologie avanzate, riesca a evitare di produrre emissioni inquinanti, o quantomeno queste siano nei limiti di legge. La buona informazione, e la sensibilità ambientale ci hanno convinti che vada ridimensionato l'uso dell'auto privata, che vadano rottamate le auto con elevate emissioni e non in regola con le severe norme EURO 4 ora 5, che vada incentivato l'uso dei mezzi pubblici ecc. ecc. Bene tutto cio è assolutamente inutile se bastano solo dieci minuti di funzionamento della raffineria per generare una quantità di materiale inquinante corrispondente a migliaia di auto con il motore acceso in contemporanea. Ai responsabili di questi impianti si chiede di giustificare quanto accaduto, mentre dai responsabili del monitoraggio e della tutela della salute pubblica si esige di comunicare alla popolazione quali rischi abbia corso nel respirare questa aria, e quali azioni abbia attivato per sanzionare tale attività e per evitare nel futuro il ripetersi di simili episodi. Anche se non è corretta una classifica del disagio è bene precisare che l'odore del compost è sicuramente sgradevole e fastidioso, ma il fumo nero nei bronchi e nei polmoni, a volte inodore, è sicuramente molto più pericoloso.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi colpisce molto, e non lo condivido, l'abbinamento/confronto tra il problema degli odori sgradevoli dell'impianto di compostaggio (citato in apertura e chiusura del pezzo) e le emissioni dei petrolchimici. Durante l'incontro pubblico del 18 luglio alla Residenza del Sole, come illustrato negli interventi tecnici disponibili su www.demoscapoterra.org, si è evidenziato oltre ogni possibile malinteso che tali odori normalmente non hanno carattere tossico, e ciò nonostante si tratta di emissioni che devono essere monitorate secondo metodiche tecniche ben precise, in quanto costituiscono comunque una criticità che crea disagio. Con un lavoro durato mesi siamo entrati nel merito, abbiamo analizzato leggi, normative tecniche, autorizzazioni. Abbiamo individuato gli interlocutori appropriati (non dei generici e indefiniti “responsabili”) a cui abbiamo chiesto di acquisire rilevazioni e piani di intervento ben precisi. Non siamo “distratti”, e ancor meno siamo stati superficiali. Di tutto questo è a conoscenza chi era presente, e chi si è preso la briga di visionare i documenti prima di esprimere le proprie valutazioni in merito al perchè e per come abbiamo affrontato il problema.
Leggo qui che "in una classifica del disagio il fumo è molto più pericoloso del compost". Lo stesso autore poi definisce “scorretta” questa classifica da lui stilata. Personalmente mi guarderei dal proporre riflessioni che io stesso giudico scorrette come sarebbe stato, ed è, trattare congiuntamente odori e fumi tossici, che hanno rilevanza ambientale e legale regolate da strumenti molto differenti. Per questo nell'incontro del 18 luglio si è trattato solo un problema, con una scelta di metodo che di questi tempi è esotica (anche perchè non prevede la caccia alle streghe tout court). Credo opportuno che chi ha intenzione di affrontare un problema pubblico presenti i propri argomenti in modo preciso e circostanziato, individuando chiaramente gli interlocutori corretti. Il che implica dedicare concretamente in prima persona energie e tempo a un tema, piuttosto che al valutare se il problema x sia più o meno grave del problema y, e se sia giusto o meno che qualcuno se ne sia occupato.
Daniele Basciu

Roberto Trudu ha detto...

È da tanto che continuo a leggere attorno alla polemica SARAS, SYNDIAL, Impianto di compostaggio, odori sì, odori no! Vado oltre: tubo sì, tubo no (acquedotto per Pauliara); vecchio CdA, nuovo CdA (di Poggio dei Pini, ovviamente). Rompo il silenzio purtroppo obbligato da alcuni impegni che si protrarranno per almeno altri due anni e che mi impediscono di dedicarmi a scrivere (tanto meglio dirà qualcuno).
Sono seduto in giardino (all'ombra ovviamente), ore 16:00 circa, scirocco, temperatura 30°. Rilevo con l'approssimazione data dai nostri sensi che ad ogni folata di vento mi arriva odore di idrocarburi, sembra un misto tra gasolio e kerosene, non saprei... Cosa devo dire? Che mi piace? Ma quando mai, fa proprio schifo. Ho scelto di vivere in campagna e sento odore di gasolio, ma vafff...
Da dove arriva non lo so', forse la SARAS, forse la SYNDIAL, non certo la flora mediterranea del mio giardino e della campagna circostante.
Seconda considerazione i lavoratori della chimica e l'indotto. Male mi colga se vorrò far mai del male a chi vive con 1000/1200 € al mese con lo stipendio dell'industria di trasformazione del petrolio e dell'indotto, ma consentitemi di dubitare della buona fede di chi delibera i dividendi delle industrie chimiche per continuare a far parte del CdA. Sono fermamente convinto che l'industria petrolifera produca degli utili spaventosi e che il ricatto di migliaia di posti di lavoro metta il bavaglio a tutti.
Ho parlato con un dipendente SARAS, un tecnico che lavora sotto la fiaccola (negli uffici), che ogni tanto si accende più del tanto perché ci sono dei mal funzionamenti. Ed è lì che partono in aria tonnellate di sostanze inquinanti che vengono democraticamente distribuite tra gli abitanti di Sarroch, Capoterra e Pula, ma anche Assemini, Uta, Decimomannu, ecc... tranne che tra i Consiglieri di Amministrazione che non abitano certo qui.
I morti non aumentano rispetto alla media, e così pure i problemi respiratori, meglio così, ma questo non migliora il mio umore di oggi e di tutte le volte che mi sembra di aver preso casa in un distributore di benzina. Non sostengo, e mai lo farò, la chiusura delle industrie, non chiedo il divieto di circolazione delle auto, non chiedo la sospensione dei voli aerei perché inquinano quanto un'intera città, non chiedo che non si usino i motoscafi perché non sono catalizzati, non chiedo che non si usino gli antiparassitari in agricoltura, non chiedo nulla di tutto questo perché sarei ipocrita come qualche mio amico ambientalista e salutista. Certo mi premunisco di ridurre al minimo l'impatto di tutto ciò, ma non ne nego la necessità per sostenere i nostri stili di vita. Tutto ciò premesso, però, mi scaglio con violenza (verbale) contro chi dedica la sua vita al denaro per il denaro, abbuffandosi oggi e fottendosene del domani. In sintesi contro chi preferisce i dividendi oltre ogni necessità, anziché investire, pesantemente, in tutela dell'ambiente e della salute con presidi sicuri e non puramente formali o che funzionano quando tutto è perfetto... cioè mai.
...continua...

Roberto Trudu ha detto...

...segue dal post precedente...
Approfitto di questo spazio “pubblico” per parlare di affari privati.
Tubo sulla riva del lago di Poggio dei Pini... sono allibito da alcune polemiche (private), ma che interessano tutti. C'è chi ha avuto da ridire per il nuovo posizionamento dell'adduttore di acqua potabile per Pauliara, sfoderando la mai sgualcita bandiera della sensibilità delle aree umide. Che tristezza! Andate a vedere il lago (?!!!) di Poggio e vi prego dopo aver esplorato ogni angolo recondito di questo angolo di paradiso (?!!!) ditemi se la DISTRUZIONE del canneto è veramente quello che la vostra sensibilità vi suggerisce essere il problema più rilevante. Ci sono tre contenitori di lamiera bianca, o forse plastica, abbandonati ai piedi della diga (a monte), emersi dopo l'alluvione del 22 ottobre. La foce del Rio a monte del lago è chiusa da tonnellate di sabbione, il fondo è pieno di ogni ben di Dio, la profondità si è ridotta drasticamente e il contenuto di liquido è bassissimo, non ci sono più animali e fra un po' sarà una pozza maleodorante, ma il vero problema sono le canne... forse è vero sono le Canne!
I miei amici del Consiglio di Amministrazione di Poggio (cosa pubblica) sono stati accusati (in privato) di essersi chiusi in una torre d'avorio come i loro predecessori... per carità un po' di obiettività, si sono sobbarcati un difficilissimo compito ed una eredità da rifiutare, e perciò non possono che meritare il mio massimo rispetto. Se dovrò essere critico con loro, lo sarò di sicuro, ma per ora manifesto solo affetto e solidarietà, come si deve a chi sacrifica il proprio tempo libero per motivi diversi dal mero interesse personale e per il bene di una comunità.
Concludo biasimando l'ambientalismo estremista, ipocrita e fine a se stesso, ma chiedo la massima attenzione su tutto ciò che viene spacciato per attenzione ai problemi sociali (lavoro, casa e famiglia) mentre invece è bieco interesse economico di pochi.
Nessun dorma, perché l'odore arriva dappertutto e così le tonnellate di idrocarburi incombusti.