giovedì 27 agosto 2009

PRESENTAZONE DEL GRUPPO METEO-PROTEZIONE CIVILE

MeteoPost1
Nelle intenzioni di chi scrive, questo articolo dovrebbe costituire una sorta di forum per la discussione sul tema. Sono graditi e incoraggiati commenti che contengano osservazioni e proposte.

Tra le priorità urgenti dell'Associazione 22 ottobre c'è l'istituzione di un piano della sicurezza comunale che consenta ai cittadini di convivere in maggior tranquillità con la possibilità che si verifichino nuove alluvioni.

La mattina del 22 ottobre 2008 migliaia di persone uscirono di casa per le quotidiane occupazioni o rimasero in abitazioni che stavano per essere investite dalla piena, totalmente ignare di essere esposte ad una catastrofe imminente. Dopo poche ore si contavano già dei dispersi, 5 dei quali poi risultati deceduti. Molti si sono trovati in situazioni di grave pericolo. Molti altri si sono resi conto di aver scampato il peggio per puro caso o per decisioni prese d'istinto.

Tenuto conto del fatto che, a 10 mesi dall'evento, non risulta ancora che siano stati presi opportuni provvedimenti per mettere al sicuro la popolazione, pensiamo che sia nel nostro diritto fare quanto è ragionevolmente in nostro potere affinché le nostre famiglie non debbano di nuovo essere esposte a rischi così estremi.

Vogliamo fare quanto è possibile perché chi vive nelle aree che sono state inondate non debba passare le notti nell'incertezza di venire spazzato via dalle acque del fiume con tutte le proprie cose. Vogliamo sapere che i nostri bambini non dovranno da un momento all'altro affrontare incredibili fiumi di fango e massi su strade, ponti e ponticelli che si trovano sul percorso di rientro a casa dalla scuola.

Cosa sta facendo l'ente pubblico

Con un considerevole ritardo, considerate le emergenze, è stato affidato lo studio idrogeologico necessario alla realizzazione delle principali opere di ripristino. Contestualmente, è stata affidata anche la redazione delle linee-guida per il piano della sicurezza locale.

La società incaricata sta lavorando e si prevede una consegna degli elaborati in tempi relativamente brevi. Solo in seguito (non si sa quanto ci vorrà) le autorità potranno emanare il piano della sicurezza definitivo.

Il Comune di Capoterra, inoltre, ha predisposto un servizio di SMS, riservato ai cittadini che aderiscano all'iniziativa, finalizzato all'emissione di comunicati in caso di nuove criticità:

(www.comune.capoterra.ca.it/index.php?option=com_content&task=view&id=382&Itemid=223)

Quindi, non esiste, ne' esisterà ancora per un pezzo, un piano della sicurezza adeguato al livello di rischio sperimentato. La stagione autunnale si avvicina rapidamente senza che si sappia esattamente cosa fare in caso di un nuovo evento alluvionale.

Per esempio, non si sa chi deve restare in casa e chi invece deve allontanarsene. Non si sa come fare a rendersi conto dell'arrivo di un evento critico e dove trovare in tempo utile informazioni attendibili. Non si sa quali siano i comportamenti da tenere e quali da evitare in un tale frangente. Non si sa come prepararsi ad una simile eventualità.

Non si sa se succederà di nuovo che qualcuno chiami aiuto nel mezzo della corrente con la propria auto e all'altro capo del telefono ci sia un addetto che non sa cosa rispondergli.

Non basta, poi, limitarsi a misure di prudenza che investano solo chi è già stato colpito: precipitazioni localizzate potrebbero cadere più intense su altre parti dei bacini limitrofi, altri insediamenti potrebbero essere colpiti. Perturbazioni più estese e persistenti potrebbero interessare aree molto più vaste e/o per un tempo più lungo e molte più persone potrebbero essere coinvolte.

Inoltre, il territorio è in rapido cambiamento: ogni intervento di ripristino, ogni nuova casa, se realizzati senza tutti gli opportuni criteri, possono introdurre modificazioni nel percorso dei deflussi superficiali ed esporre anche chi, per le esperienze precedenti, pensava di essere al sicuro.

Non è responsabile l'atteggiamento di chi cerca di tranquillizzare gli animi parlando di un evento fuori dal comune, che ha poche probabilità di ripetersi.

Il fatto che l'ottobre scorso si sia verificato un evento pluviometrico di dimensioni mai viste da quando si registrano i dati in Sardegna (85 anni) non può in alcun modo garantirci che un evento analogo non si presenti di nuovo a breve termine. Ricordiamo poi che anche per l'alluvione del 1999 si parlava di un evento straordinario, con ben poche possibilità di verificarsi di nuovo.

Cosa vogliamo fare

Il gruppo di lavoro meteo-protezione dell'Associazione si propone di intervenire sul tema della sicurezza in caso di eventi di piena con i seguenti intenti:

  • sensibilizzare le autorità sul problema della protezione civile e sulla necessità di un piano adeguato all'entità dei rischi che si sono manifestati ad ottobre;
  • evidenziare i problemi che si sono concretamente verificati affinché se ne tenga conto nella redazione del nuovo piano di protezione civile;
  • circostanziare le esigenze di sicurezza della popolazione che si sono manifestate;
  • richiedere l'istituzione di un servizio di allertamento alla popolazione, con procedure articolate secondo livelli di previsione via via più precisa degli eventi critici in arrivo, che consenta di prepararsi con diversi gradi di impegno da qualche giorno a qualche ora prima dell'evento;
  • insistere perché siano utilizzati nel migliore dei modi gli strumenti disponibili a supporto del sistema di allertamento: reti di monitoraggio pluviometrico, sistemi di previsione meteo, sistemi di protezione civile;
  • richiedere l'adeguamento tecnologico delle reti di monitoraggio meteo e degli strumenti di prevenzione;
  • premere affinché le autorità si assumano tutte le responsabilità di cui sono investiti;
  • richiedere che siano individuate con precisione le funzioni pubbliche che hanno il compito di allertare la popolazione in caso di eventi critici in arrivo;
  • far individuare e contribuire a divulgare le indicazioni sui comportamenti a rischio e sulle regole individuali di prudenza che i cittadini devono adottare per ciascun livello di allertamento;
  • predisporre e gestire una rete privata di monitoraggio per integrare e supportare la rete pubblica, soprattutto ora, in attesa che il piano della sicurezza sia completato;
  • fornire alla popolazione informazioni utili in attesa che le autorità siano in grado di rendere operativo il piano della sicurezza.

Cosa NON vogliamo fare

  • Non vogliamo sostituirci ai soggetti pubblici nello svolgimento di alcuna attività di specifica competenza.
  • Non vogliamo assumere responsabilità che sono e restano degli enti e funzionari competenti.
  • Non vogliamo creare interferenze che siano di ostacolo al corretto svolgimento delle attività degli enti preposti.
  • Non vogliamo, per quanto ci è possibile, lasciare spazio ad eventuali indecisioni, immobilismo e palleggiamenti di responsabilità.

Cosa stiamo facendo adesso

Siamo semplici genitori e lavoratori e, nei limiti delle nostre possibilità e competenze tecnico-scientifiche, ci siamo attivati da qualche tempo su alcuni temi che riteniamo particolarmente urgenti, di cui si dà descrizione nel seguito.

Dati della stazione meteo OAC

Creazione di procedure di elaborazione automatica dei dati pluviometrici gentilmente trasmessi dall'Osservatorio Astronomico di Poggio dei Pini, per rendere in ogni momento consultabili (finché le reti elettrica e telematica funzionano) gli ultimi valori di pioggia registrati, da confrontare con i dati storici relativi alle precedenti alluvioni.

Rete pluviometrica privata

Predisposizione di una rete pluviometrica privata, da finanziarsi con una raccolta di fondi presso soci e non soci. Se il progetto risulterà realizzabile, sarà costituita da centraline di monitoraggio da installare in abitazioni di volontari, con trasmissione e gestione centralizzata dei dati che pensiamo di rendere pubblici su web insieme ai dati dell'Osservatorio. E' in corso di ultimazione la fase di valutazione delle specifiche tecniche strumentali. Siamo attualmente in fase di progettazione preliminare della rete (ricerca dei siti e dei volontari, valutazione delle caratteristiche tecniche del sistema di trasmissione e gestione dati, stima preliminare dei costi).

Rete di osservazione fluviale privata

Predisposizione di una rete webcam di osservazione del reticolo fluviale, da installare in abitazioni di volontari. Anche in questo caso con trasmissione e gestione centralizzata e in tempo reale delle immagini riprese, da inserire su web insieme ai dati della rete pluviometrica. In fase di progettazione preliminare.

Pagina meteoweb

Creazione di uno strumento integrato dati pluviometrici/immagini webcam per fornire a chiunque disponga di una connessione Internet un'informazione di rapido accesso (per quanto i nostri mezzi potranno consentire), semplificata e in tempo reale sullo stato delle precipitazioni e dei deflussi nei corsi d'acqua principali.

Archivio siti interessati da esondazione

E' stata avviata la realizzazione di un archivio di singoli eventi di esondazione avvenuti, con danni a persone e cose, nel Comune di Capoterra. I siti saranno localizzati, con la precisione consentita dalla qualità dei dati recuperati, mediante un sistema di coordinate geografiche. Per completare le informazioni finora disponibili, si intende procedere ad una raccolta dati che dovrebbe coinvolgere quante più persone possibile attraverso la compilazione di una scheda (che verrà inserita al più presto nel blog) nella quale ognuno potrà riportare informazioni e testimonianze dirette. Le informazioni potranno essere utili ad individuare eventuali fattori capaci di aumentare/ridurre il rischio di esposizione ad eventi alluvionali. Serviranno inoltre a supporto delle attività del gruppo di soci che si occupa dei problemi idrogeologici.

Analisi delle reti meteorologiche

Valutazione delle caratteristiche delle reti meteo attualmente funzionanti, per evidenziarne le possibilità di miglioramento e di eventuale utilizzo in un sistema di gestione centralizzata.

Analisi dei fattori di sicurezza idrogeologica

Dal punto di vista di chi ha subìto gli eventi dell'ottobre scorso, è in corso un'analisi dei fattori che si ritiene possano influire sulla sicurezza idrogeologica degli abitanti di Capoterra. L'attività è finalizzata a fornire elementi di riflessione ai tecnici incaricati della stesura delle linee-guida del piano di protezione comunale.

Partecipazione

Si ricercano contatti con la società che sta predisponendo lo studio idrogeologico e le linee-guida per la sicurezza di bacino, per fornire informazioni ed eventuale collaborazione.

E' gradita la partecipazione di chiunque abbia un contributo da portare alla nostra attività. Vi preghiamo di inviare le vostre offerte di collaborazione all'indirizzo info@22ottobre.org dell'Associazione. Ricordiamo che le attività prestate all'Associazione dai soci e dai non soci sono esclusivamente a titolo gratuito.

mercoledì 26 agosto 2009

Canone depurazione o illegittimo balzèllo?


di Gianleonardo Corda


Non bastavano i danni creati dalla disastrosa alluvione del 22 Ottobre 2008 a rendere insopportabile la vita di moltissimi cittadini: le strade interne di Rio San Girolamo sembrano appena uscite da un bombardamento; le strade di Poggio, distrutte dalla furia dell'acqua, ancora attendono un provvisorio manto di asfalto; il ponte dell'Idrocontrol insieme all'altro che dovrebbe rompere l'isolamento di Pauliaria sono ancora sulla carta, come di carta, cartacce e immondizia varia sono stracolme le strade e le cunette dei quartieri periferici e del territorio; l'impianto di compostaggio regala terrificanti profumi che allietano queste torride notti estive; il depuratore del Tecnocasic scarica a mare liquami DOC; la Saras e la Syndial, non volendo essere da meno, immettono nell'atmosfera decine di tonnellate di veleni. Insomma, in aggiunta a madre natura, chi può si adopera con tutti i mezzi per rendere la vita dei Capoterresi più movimentata. Poteva mancare il Comune di Capoterra dall'elenco? Certo che no! Ed allora, tanto per gradire, ecco in arrivo le cartelle per il pagamento del consumo dell'acqua, del canone fognario e acque reflue. Tutto in regola? Neppure per sogno. Gli esperti del Comune, che tanto esperti non sembrano, non si sono accorti che il giorno 8/10/2008, cioè 14 giorni prima dell'alluvione, la Corte Costituzionale giudicava illegittima la norma che obbligava al pagamento del canone delle acque reflue anche in assenza di depurazione, per guasto o insussistenza anche temporanea della rete fognaria....."...La Corte Costituzionale riuniti i giudizi, 1) dichiara l'illegittimità costituzionale dell'art. 14, comma 1, legge 5 gennaio 1994, n. 36 (Disposizioni in materia di risorse idriche), sia nel testo originario, sia nel testo modificato dall'art. 28 della legge 31 luglio 2002, n. 179 (Disposizioni in materia ambientale), nella parte in cui prevede che la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione è dovuta dagli utenti «anche nel caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianti centralizzati di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi»;2) dichiara, ai sensi dell''art. 27 della legge 11 marzo 1953, n. 87, l'illegittimità costituzionale dell''art. 155, comma 1, primo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), nella parte in cui prevede che la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione è dovuta dagli utenti «anche nel caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattiv..." Poiché il collettore e parte del sistema fognario di Poggio dei Pini, Residenza del Poggio sono stati trascinati via dal fiume la mattina del 22 ottobre, e considerato che i lavori per il totale ripristino e riallaccio delle utenze sono quasi ultimati (il cantiere di Abbanoa è ancora aperto), si chiede se non sia opportuno che il Comune, con un inusitato atto di umiltà, richiami indietro le bollette inviate le scorse settimane, non solo per un senso di giustizia ed equità, ma anche per scongiurare una valanga di ovvi, sacrosanti (e vincenti), ricorsi da parte di quelle migliaia di cittadini che non hanno usufruito del servizio in tutti questi mesi.



lunedì 17 agosto 2009

Lavori in corso

Si avvicina oramai il mese che da il nome alla nostra Associazione e noi tutti incominciamo a vivere con ansia l’attesa delle “prime gocce d’acqua” che, immancabilmente, ci accompagneranno fino alla prossima bella stagione.
Sperando che queste “prime gocce d’acqua” restino tali e non diventino un fiume in piena, considerato che chi di dovere, ovvero le istituzioni, non accennano minimamente a correre per mantenere le tante promesse fatte e quindi garantirci un autunno sicuro, il nostro gruppo ha lavorato da quando è nato, per sensibilizzare le amministrazioni e la popolazione e permettere quindi a tutti di vivere una stagione fredda con maggiore serenità.
Oltre i vari incontri informativi organizzati con esperti dei vari settori che interessano dalla meteorologia alla geologia per passare per l’ingegneria naturalistica, abbiamo avuto delle riunioni interne al Consiglio Direttivo (C.D.) da cui sono scaturiti diversi progetti.
Il primo fra tutti è stato quello che ha visto nascere in seno al C.D. 8 gruppi di lavoro al fine di non disperdere le risorse affinché ognuno possa operare al meglio nel settore a lui più confacente.
Tali gruppi di lavoro rispecchiano tutti i settori che ci siamo prefissi di seguire, e precisamente:

o Patto del Fiume;

o Programmazione;

o Parco Fluviale;

o Logistica ed Organizzazione;

o Informazione e comunicazione + addetto stampa;

o Gruppi di Acquisto Solidale (GAS);

o Meteorologia e Protezione Civile;

o Sviluppo Eco-Compatibile;

Si è deciso, inoltre, di aprire i gruppi di lavoro a tutti coloro che, tra i soci Ordinari e Sostenitori, volessero coadiuvare i Fondatori nel lavoro che si sono prefissi.
A tal fine si può manifestare la propria disponibilità inviando una mail all’indirizzo info@22ottobre.org
indicando il settore in cui si preferisce collaborare.
Giusto per dare notizia circa le attività che stiamo svolgendo, oltre alle lettere di presentazione inviate alle istituzioni immediatamente dopo la nascita del sodalizio ed agli incontri svolti in varie località del territorio, conosciuto il nome della società che sta eseguendo i progetti di ripristino del bacino idrografico, abbiamo voluto informare l’Agenzia Regionale del Distretto Idrografico della Sardegna circa le nostre prerogative inviandogli la lettera con protocollo 08/09
che trovate in allegato.
Sempre in questo periodo abbiamo approfondito anche il settore relativo all’ambiente e, in seguito alle segnalazioni pervenute da parte di cittadini abbiamo predisposto la lettera con protocollo 07/09, anch’essa in allegato.
A livello informativo il settore Meteorologia e Protezione Civile sta dando i natali ad un archivio cartografico-informatico dei dati relativi ai punti critici nei quali si sono avuti danni per l'alluvione.
Lo stesso settore sta operando per rendere pubblici in modo facilmente comprensibile i dati relativi alle condizioni meteorologiche rilevati dall’Osservatorio di Poggio dei Pini, a quelli rilevati da eventuali stazioni dell’associazione installate nei punti più significativi, oltre quelli che verranno messi a disposizioni da privati cittadini che hanno proprie stazioni meteorologiche installate in posizioni importanti. L’interpretazione di questi dati dovrà permettere ai privati
cittadini, qualora non venisse fatto dalla pubblica amministrazione, di stabilire le situazioni di pericolo che dovessero interessare il nostro abitato e quindi prendere l’eventuale decisione di allontanarsi.
Questo servizio, che non deve essere minimamente confuso come un servizio di protezione civile, vuole invece essere un servizio d’informazione che permetta al singolo cittadino d’essere informato sulle condizioni del nostro territorio.
Il servizio sarà verosimilmente integrato, nel tempo, con webcam o altri sistemi elettronici che permetteranno il controllo in tempo reale della stato delle aste fluviali, cosicché si possa vivere più tranquillamente l’attesa della sistemazione di tutto il bacino idrografico del Rio San Gerolamo, del Rio Masone Ollastu e di tutti i loro affluenti.
L’associazione già da tempo si sta interessando di Gruppi d’Acquisto Solidale grazie all’operato di diversi soci Fondatori, chiunque volesse entrare a far parte del gruppo a cui vengono costantemente comunicate le offerte delle attività selezionate potrà inviare un messaggio all’indirizzo precedentemente indicato.
Allo stesso indirizzo si potrà inviare qualunque segnalazione relativa a questioni inerenti il nostro territorio, informazioni che verranno controllate, e debitamente valutate al fine di prendere poi le conseguenti decisioni condivise tra i Fondatori ed i segnalatori.
La nostra Associazione è nata affinché nella nostra zona si possa continuare vivere con serenità e con piacere come quando abbiamo acquistato o costruito le nostre case.
Certo non può e non vuole essere la panacea mitologica ma vuole essere un segnale per la popolazione e le istituzioni e questo è possibile solo con il lavoro condiviso di tutti.

Luca Salvetti

venerdì 7 agosto 2009

E l’odore continua…

Nonostante le tante proteste di singoli cittadini, di gruppi e associazioni, nonostante due interrogazioni al consiglio regionale, nonostante l’ispezione dell’assessorato all’ambiente della provincia, l’odore proveniente dall’impianto di compostaggio del CASIC quasi ogni mattina entra in casa a ricordarci quanto siamo bravi nella raccolta differenziata.


Certo, l’odore non ha mai ucciso nessuno, noi capoterresi poi, siamo circondati dai fumi provenienti da Sarroch e da Macchiareddu che magari non puzzano ma chissà che altre cose potrebbero causarci, però…perché dobbiamo sorbirci questa fastidiosissima puzza? Certo, si risolvesse questo problema ce ne rimarrebbero mille altri, ma credo che i problemi vadano risolti tutti e che cambiare l’oggetto del discorso sia quantomeno controproducente. Un problema più serio lo si trova sempre e, spesso, è la scusa di tanti per non risolvere nulla.

Torniamo quindi all’impianto di compostaggio e la fatidica domanda: perché tanta puzza? Cosa si deve affinché l’impianto funzioni senza generare sempre questo fetore? Chi deve effettuare i controlli? E soprattutto chi deve risolvere il problema?


A queste (e altre) domande ha risposto il bell’incontro organizzato dai ragazzi di Demos Capoterra il 18 luglio nella piazzetta del centro commerciale i Gabbiani.

Non dirò nulla di cosa si è detto ma lascio che siano gli interventi a spiegare, sicuramente meglio di come farei io, i problemi e le possibili soluzioni.


http://www.demoscapoterra.org/Documenti/SUNTO%20INTERVENTI%2018%20LUGLIO.pdf

Qui si possono scaricare gli interventi dei tecnici che danno spiegazioni tecnico - legali all'argomento.


Voglio invece parlare di due aspetti che mi hanno colpito, uno favorevolmente, l’altro negativamente.


L’aspetto che mi ha colpito favorevolmente è stato il metodo. Il metodo che i ragazzi di Demos Capoterra hanno utilizzato per affrontare il problema. Senza isterismi o urla ma semplicemente studiando il problema, cercando le soluzioni e i responsabili che possono risolvere il problema.

In pratica il metodo usato da noi dell’Associazione 22 ottobre, in modo da far capire alle varie amministrazioni (comunale, provinciale, regionale) che non ha a che fare con persone che si possono abbindolare facilmente con false promesse ma che siamo consapevoli dei problemi che ci sono nel nostro territorio e VOGLIAMO che siano risolti e gli staremo dietro per fargli sentire il nostro fiato sul collo, fino a che non saranno risolti.

Si tratti delle opere di messa in sicurezza dei fiumi o dell’impianto di compostaggio è lo stesso. Il messaggio è: a Capoterra ci sono dei gruppi di cittadini che si sono svegliati e che si stanno mettendo in gioco, mettendoci anche la faccia, per migliorare le cose.


Questo rimanda all’aspetto che mi ha colpito negativamente. La partecipazione. Ovunque vada, dal supermercato all’edicola, dal bar alle poste, in ogni zona di Capoterra l’argomento “puzza dall’impianto di compostaggio” è uno dei più gettonati. Ma allora perché, mi domando, ad un’incontro che parla di puzza non ci sono centinaia di persone che vogliono informarsi, fare domande, capire?


È quello che succede anche alle nostre iniziative. Se facciamo un incontro nella parrocchia di Frutti d’Oro per parlare dell’alluvione vengono una decina di persone malgrado l’alluvione abbia toccato tutti.

Sarebbe facile dare la colpa alla “gente” ma non credo sia cosi semplice. Ci sono tante cose dietro (ma anche davanti e ai lati!) ma credo che uno dei motivi di tanta disaffezione alla politica (perché di politica si tratta) sia la mancanza di riscontri concreti quando si cerca di portare avanti le istanze collettive, legata alla tendenza a demandare ai potenti di turno le decisioni che (sembra) non ci riguardano direttamente.


Cosa si può fare allora per invertire questo processo? Io (che sono un inguaribile ottimista) credo che questo processo si stia già invertendo e la dimostrazione è il “fermento” politico (dato anche dalla nostra associazione) che sta crescendo nella comunità, portato avanti (quasi esclusivamente) da persone che sino ad ora non avevano messo a disposizione della collettività parte di loro stessi e che, soprattutto, e che non ha interessi personali a “buttarsi in politica” se non quelli di assicurare un futuro migliore ai propri figli e alla comunità in cui (speriamo sempre di più) ci riconosciamo, quella di Capoterra.

sabato 1 agosto 2009

Odori sgradevoli e fumi tossici.

di Gianleonardo Corda


I giorni scorsi i cittadini di Capoterra, forse distratti dal disagio e dalle polemiche sugli odori sgradevoli dell'impianto di compostaggio, non si sono accorti di un'altro grave pericolo incombente sulle loro teste, dopo il fumo proveniente dalla Syndial di Macchiareddu. Stavolta sono stati gli impianti della Saras che regalavano alla popolazione dei fumi densi e consistenti. A causa dello scirocco, si estendevano da Sarroch passando per Capoterra fino a mezzo campidano.
Non si vuole in questa sede sollevare una disquisizione tecnico-sanitaria sulla composizione o tossicità di queste emissioni, ne aprire una polemica sulle opinioni contrastanti relative al film OIL, recentemente proiettato a Poggio dei Pini, quanto segnalare che pare alquanto inverosimile sostenere la tesi della raffineria che, pur impegnando risorse economiche ingenti unite a tecnologie avanzate, riesca a evitare di produrre emissioni inquinanti, o quantomeno queste siano nei limiti di legge. La buona informazione, e la sensibilità ambientale ci hanno convinti che vada ridimensionato l'uso dell'auto privata, che vadano rottamate le auto con elevate emissioni e non in regola con le severe norme EURO 4 ora 5, che vada incentivato l'uso dei mezzi pubblici ecc. ecc. Bene tutto cio è assolutamente inutile se bastano solo dieci minuti di funzionamento della raffineria per generare una quantità di materiale inquinante corrispondente a migliaia di auto con il motore acceso in contemporanea. Ai responsabili di questi impianti si chiede di giustificare quanto accaduto, mentre dai responsabili del monitoraggio e della tutela della salute pubblica si esige di comunicare alla popolazione quali rischi abbia corso nel respirare questa aria, e quali azioni abbia attivato per sanzionare tale attività e per evitare nel futuro il ripetersi di simili episodi. Anche se non è corretta una classifica del disagio è bene precisare che l'odore del compost è sicuramente sgradevole e fastidioso, ma il fumo nero nei bronchi e nei polmoni, a volte inodore, è sicuramente molto più pericoloso.