martedì 26 ottobre 2010

Questa è la lettera che ho scritto ai soci fondatori dell’associazione dove c’è quello che io ho visto e vedo nella nostra associazione.

L’Associazione 22Ottobre nasce da un gruppo di persone provenienti da tutto il territorio di Capoterra che decidono di creare un’associazione che si dedichi alla risoluzione delle tante emergenze scaturite dopo l’alluvione ed alla promozione dello sviluppo sostenibile.

Pur nascendo con un’indubbia connotazione ambientalista, l’associazione si vuole distinguere dalle altre associazioni ambientaliste nazionali per il suo forte radicamento nel territorio. Questo vuol dire che ci prefiggiamo di intervenire direttamente nelle dinamiche (anche comportamentali) del nostro territorio al fine di migliorarne la qualità di vita.

L’Associazione, rigorosamente apartitica, cerca il confronto con le istituzioni e l’ambiente politico nell’interesse di tutti i cittadini e tende a fare da collegamento tra le istituzioni ed il territorio informando e facendo proposte per risolvere i problemi del nostro territorio.

Per fare questo ci siamo proposti per tentare di concordare con gli enti preposti:

o la messa in sicurezza del nostro territorio, dei corsi d’acqua, della viabilità primaria e secondaria, del litorale;

o l’attivazione immediata di un piano di protezione civile comunale che preveda un programma di formazione ed informazione dei cittadini sui rischi a cui sono soggetti ed un sistema di allerta in caso di pericolo imminente;

o la promozione dello sviluppo sostenibile.

Da quando è nata (marzo 2009) l’associazione ha organizzato incontri pubblici, con la partecipazione di tecnici ed esperti, per spiegare i motivi del fenomeno alluvionale e delle criticità del territorio di Capoterra. Altri incontri hanno informato sulle fasi del progetto preliminare per la messa in sicurezza del territorio. Abbiamo inoltre realizzato una mostra fotografica che documenta l’evento alluvionale del 2008, e una giornata di pulizia della spiaggia di Frutti d’Oro.

L'Associazione vuole promuovere iniziative riguardanti l'utilizzo ecocompatibile dell’ambiente e l’etica dei consumi: in quest’ottica si inquadra la nascita del Gruppo di Acquisto Solidale – GAS 22ottobre.

Anche grazie al riconoscimento da parte dell’amministrazione comunale, l’associazione ha partecipato attivamente alla discussione che ha portato alla stesura definitiva del progetto preliminare per la messa in sicurezza del Rio San Gerolamo, proponendo varie osservazioni recepite poi dai progettisti.

A breve organizzeremmo un incontro con la cittadinanza per informare sullo stato dei lavori per la messa in sicurezza del Rio San Gerolamo e sull’evoluzione dei progetti.

Questo è un po’ il riassunto dei fatti (formati da parole e da circolazione di idee) che ha prodotto la nostra associazione. Da quando abbiamo iniziato siamo stati definiti in vari modi, da “quelli del Gange” (all’inizio) a “filosofi” (ultimamente).

Secondo me questo è quasi un motivo di vanto visto che crediamo in un modo di fare politica diverso e questo genera spesso confusione. Il modus operandi che abbiamo scelto per portare avanti le nostre idee (e per essere un interlocutore credibile per le istituzioni) è quello di informarci e di informare. Per esempio, per quanto riguarda l’alluvione del 22 Ottobre ci siamo confrontati con i meteorologi che ci hanno spiegato il fenomeno, con i geologi che ci hanno fatto capire lo stato del territorio, gli ingegneri idraulici che ci hanno fatto vedere le conseguenze dell’onda di piena.

Abbiamo studiato i progetti proposti dalla società incaricata dalla regione e le leggi e i decreti riguardanti l’alluvione.

Sono convinto che sia fondamentale poter incidere sulle scelte che riguardano il riassetto del nostro territorio partendo dalla progettazione delle opere perché, se queste non sono ben progettate, i soldi che verranno utilizzati saranno soldi sprecati.

Penso che si possa incidere sulle decisioni riguardanti il riassetto idrogeologico del nostro territorio senza il bisogno di denunce alla magistratura, urla o manifestazioni, ma con incontri dove si ascoltino le idee e le esigenze dei residenti per portarle ai politici ed ai tecnici preposti alla progettazione delle opere.

Credo infatti che le conoscenze e le competenze siano un arma molto efficace per poter arrivare al Nostro obbiettivo, e per Nostro intendo di tutti i cittadini di Capoterra.

Naturalmente ci sono persone che non la pensano cosi, (ce ne sono persino tra i fondatori dell’associazione!) e credono più efficaci altri tipi di pressione per fare in modo che le opere vengano realizzate al più presto.

Ben vengano queste iniziative, in quanto l’unica cosa importante è la messa in sicurezza del nostro territorio. Però non si può credere (o fingere di credere) che in questi due anni non si sia fatto nulla.

A vedere il fiume può sembrare cosi. Ma non si dovrebbe guardare solo il fiume. Certo, pesano ancora come macigni le parole dell’assessore Carta che ad aprile prometteva l’inizio dei lavori a giugno. Ma, a ben guardare lo stato delle cose, il tempo non è passato invano.

C’è stato un importante momento di quella che viene definita democrazia partecipata, con i tecnici incaricati della stesura del progetto preliminare per la messa in sicurezza del Rio San Gerolamo che si sono confrontati con i rappresentanti del territorio e anche con la nostra associazione, recependo molti suggerimenti proposti. Per fare questo c’è voluto sicuramente più tempo, ma era preferibile un progetto (anche se fatto dai migliori professionisti) calato dall’alto che avrebbe magari accorciato i tempi di qualche mese ma imposto scelte non condivisibili? Io crediamo di no.

Questa discussione ha portato ad un progetto per il futuro del nostro territorio (spero per alcune cose ancora discutibile) che, in ogni caso, dovrebbe dare la massima sicurezza per i cittadini che lo abitano senza stravolgerne troppo il territorio.

Credo quindi che la richiesta (peraltro già formulata in viale Trento all’assessore Sannitu) più stringente (dopo l’ordinanza n. 6 del 04 10 2010, leggibile qui: http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_38_20101011124334.pdf) da fare alla regione sia la stesura di un crono-programma degli interventi con tempi realistici e che ogni blocco venga tempestivamente comunicato e giustificato.

Questo porterebbe ad un doppio risultato: fare vedere ai residenti che le cose si stanno muovendo e far tornare un po’ di fiducia nei politici e nella Politica in generale.

L’attivazione immediata della parte del piano di protezione civile comunale che prevede un programma di formazione ed informazione dei cittadini sui rischi a cui sono soggetti ed un sistema di allerta in caso di pericolo imminente, d'altro canto, donerebbe più sicurezza sull’immediato.

Antonio Sau, presidente dell’Associazione 22 Ottobre, uno del Gange, filosofo.

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