MERCOLEDì 24 MARZO 2010
PRESENTAZIONE DEL PIANO HYDRODATA - SECONDA FASE
Cari soci vi informiamo che per il giorno 24 marzo p.v. alle ore 17,00 è stato convocato il Consiglio Comunale di Capoterra, presso la sala consiliare del Comune di Capoterra in via Cagliari n. 91, per discutere del
"Piano di messa in sicurezza idrogeologico del territorio" elaborato dalla società Hydrodata S.p.A." - Seconda Fase
Saranno presenti l'Assessore Regionale ai Lavori Pubblici on. Angelo Carta e i Presidenti dei Gruppi Consiliari regionali.
Tutti i cittadini sono invitati a partecipare per conoscere gli esiti dello studio e le previsioni per la messa in sicurezza del territorio
Vi invitiamo a partecipare e a divulgare l'informativa a tutti i vostri vicini e conoscenti
Il vicepresidente
Maria Rita Lai
1 commento:
Sarò sintetico...
Ho seguito la presentazione di Hydrodata fino al termine e mi sono confrontato con alcuni tecnici presenti nella sala della Cooperativa di Poggio dei Pini.
Dall'esame delle proposte presentate, e da successive meditazioni e ragionamenti, ritengo che la soluzione migliore, dal punto di vista dell'impatto ambientale, dell'impatto sul contesto antropizzato o urbanizzato, e della possibilità di successo, sia senz'altro quella c.d. “intermedia” che prevede un canale di soli 30 metri con argini di dimensione massima di 1,50 ml. e la delocalizzazione di circa 15 case nel quartiere di Rio San Girolamo.
Partendo dalla scala più grande ritengo che lo snodo dell'intero problema sia la risoluzione del nucleo di rio San Girolamo, senza tale dato, accertato tecnicamente e accettato socialmente, non si può affrontare nessuna ipotesi di soluzione a valle (Frutti d'Oro 2), né a monte (Poggio, Hydrocontrol, ecc.), per il semplice motivo che le ragioni dei veti saranno sempre prevalenti su quelle di celerità ed efficacia degli interventi proposti.
Non entro nel merito dei singoli aspetti tecnici della proposta, in quanto sono convincenti in misura sufficiente per passare agli aspetti successivi.
Manutenzione dell'alveo: è vero che si dovrà fare, è vero che raramente si effettua, ma è altrettanto vero che l'intersezione dei periodi di ritorno delle piene e gli intervalli, pur lunghi, di manutenzione dell'alveo danno maggiori e migliori garanzie di inutili e snervanti attese sulle decisioni da assumere. Per intenderci, siamo tutti consapevoli che non si farà la manutenzione annuale, ma certamente ci sarà una pressione popolare sufficiente ad obbligare le istituzioni ad intervenire almeno ogni decennio, piuttosto che rifondere, sempre ogni decennio, i danni per le esondazioni del Rio.
Delocalizzazioni: rientra tra i vantaggi e non tra i “contro” della proposta. A parità di costi (come è emerso nel corso della presentazione) maggiori delocalizzazioni ci sono, migliore sarà l'impatto sociale. Si consideri che oggi i valori degli immobili prossimi al Rio, sono irrisori e chi vuole andare via deve svendere. La delocalizzazione va “gestita” non sovvenzionata. Le istituzioni devono prevedere una sostituzione in blocco delle abitazioni in una nuova lottizzazione realizzata a tal fine o in una esistente. Si tratta di banalissime procedure espropriative che con la normativa vigente possono essere concluse in 6 mesi. Si espropriano le abitazioni da delocalizzare e si espropria l'area su cui realizzare le nuove abitazioni. Sempre le istituzioni affidano la realizzazione delle abitazioni e consegnano ai “delocalizzati” le nuove abitazioni in conto indennità. È evidente che tra le economie di scala possibili e i valori unitari per abitazione previsti (circa 250.000,00 euro) si potrà consegnare un'abitazione il cui valore sarà certamente superiore a qualunque abitazione oggi esistente in prossimità del Rio.
Cari saluti
Roberto Trudu
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